![]() |
Francesco Coi seduto al centro negli allievi anno 1995 |
Un incidente gli ha impedito di continuare a a giocare, ma la forza e la tenacia che lo hanno sempre contraddistinto gli hanno permesso di andare avanti e ora di diventare anche dirigente. Da due stagioni Francesco, figlio di Salvatore, per anni allenatore delle squadre giovanili, tiene i conti della società. Con lui parliamo di passato, presente e futuro.
1. Che ricordi hai di quando giocavi con le giovanili
I ricordi che ho delle giovanili sono indelebili e bellissimi. Sono stati anni fantastici a partire dai pulcini per finire in prima squadra. Il percorso è stato bellissimo , formativo e anche vincente, soprattutto perché le leve 83/84/85/86 hanno prodotto diversi giocatori di qualità.
Ci
siamo divertiti sin dai primi anni ed abbiamo concorso quasi ogni anno
per vincere soprattutto perché il capitale umano e tecnico ce lo
permetteva (non perché fosse un obbligo imposto dai tecnici e dalla
società’ , soprattutto nel settore giovanile). Lo
spirito di gruppo era quello giusto , metteva in condizione tutti i
ragazzi di poter rendere al meglio mettendo a disposizione ogni uno le
proprie qualità. Chi tecnica, chi tecnica e grinta , chi solo grinta ma nessuno sfigurava proprio per quello spirito che ci univa.
2 come vivevi rapporto con tuo padre allenatore?
Il
mio rapporto con mio padre allenatore è stato un po’ altalenante, nel
senso che io ero un po’ permaloso e mio padre non faceva sconti ed era
molto esigente soprattutto con me
.
Non ho avuto nessuna corsia preferenziale anzi ti dirò di più. Ho fatto
anche diverse panchine in gare ufficiali, sono stato sostituito qualche
volta anche a metà gare , una volta mi ha mandato via dagli allenamenti
perché gli risposi male. Visto con gli occhi di una persona adulta la colpa era solo mia.
Comunque
nonostante questi episodi mio padre mi ha aiutato tantissimo sia fuori
che dentro il campo. Ho sempre avuto ammirazione per la sua filosofia e
modo di vedere il calcio, devo ammettere che ha introdotto nuovi metodi
di allenamento , molto innovativi e professionali. era molto preparato ,
ha seguito diversi corsi di preparazione. Io che
lo seguivo anche a casa vedevo la scrupolosità che ci metteva nel
preparare le gare e gli allenamenti. Non lasciava niente al caso. Era
informartissimo aveva a disposizione un sacco di riviste di vhs
riguardanti le metodologie di preparazione sia tecnica che fisica dei
giocatori.
3 chi
erano giocatori più forti?I giocatori più forti erano salvatore Silvas ,Paolo Fadda ,Tore Brundu sarule, Giorgio Marteddu, ma anche tanti altri.
4 come vivi esperienza da dirigente?
L
esperienza da dirigente devo ammettere che è completamente diversa ma
ugualmente bella. Certo ora da dirigenti vediamo le cose in modo
diverso, rispetto a quando si era giocatori, dobbiamo amministrare la
società intera sia economicamente sia sportivamente , però è comunque
un percorso affascinante soprattutto dover organizzare e programmare L
attività sportiva di diverse squadre , di numerosi tesserati , cercando
di tenere la barra dritta su quello che è.

5. un pensiero ai tifosi
L obbiettivo è lo spirito che
ci siamo posti si dall inizio ( la sportività la lealtà la condivisione e
la socializzazione con i nostri coetanei e vicini di casa, paese e
regione.